Edificio in classe A

Descrizione

Edificio in classe A

L’edifico destinato ad abitazione privata si trova nelle campagne del Salento, è circondato da circa 1,5 ettari di terreno pianeggiante,  caratterizzato dalla presenza di roccia affiorante con una colorazione grigia. Nel terreno è presenta la tipica costruzione in pietra informe detta “pagliara“, che serviva per ripararsi dalle intemperie durante i lavori agricoli, e adiacente ad essa esiste un recinto sempre in pietra informe per il ricovero degli animali, da recuperare. Dalla presenza di questa antica costruzione è nata l’idea di progetto, infatti una porzione della casa non è altro che uno spicchio della circonferenza che si ripete parallelamente, gli altri due volumi si incastrano in questo spicchio. 

 

 

Le facciate principali dell’edifico sono orientate Nord-Sud, con aperture piccole (fessure) verso Nord e aperture molto ampie verso Sud. Questo permette di godere dell’illuminazione e del calore del sole in inverno senza essere esposti ai freddi venti provenienti da Nord, e in estate con delle tende ombreggianti si è riparati dal sole forte mentre dalle fessure entra l’aria fresca da Nord, che per il movimento naturale dell’aria fa uscire l’aria calda delle aperture a Sud. Inoltre con il tempo cresceranno anche gli alberi di noce, a foglia caduca, piantati a Sud che serviranno per ombreggiare in estate e lasciar passare i raggi del sole in inverno, e per dare i suoi frutti, molto buoni.

 

 

L’edificio è rialzato rispetto al piano di campagna, il vespaio realizzato con pietrame, pulito, posto a strati di diverse dimensioni e areato con tubazioni passanti N-S, con ingresso dell’aria a N da bocche poste ad una quota inferiore rispetto alle bocche di uscita a S, così si ha un movimento naturale dell’aria. La struttura portante dell’edificio è stata realizzata in conci di tufo locale con doppio muro dello spessore di cm. 20, e tra i due muri sono stati alloggiati pannelli di sughero bruno, così come nei solai, rivestiti poi con le tipiche “chianche” di pietra leccese, l’unico materiale, naturale, che resiste alle forti escursioni termiche notte-giorno. Gli intonaci sono in calce idraulica, gli infissi, certificati, sono in alluminio-legno con persiane per l’ombreggiamento.

Come fonte di calore primaria, per produrre acqua calda sanitaria e per alimentare l’impianto di riscaldamento sono stati montati 4 pannelli solari a 60° con boiler da 800 l. (solo 4 per compensare l’eccesso di energia prodotta nella stagione estiva) integrata con il termocamino, che come combustibile brucia Pallet recuperati. La distribuzione del calore, all’interno dell’abitazione, avviene attraverso un battiscopa radiante, che funziona a bassa temperatura e che grazie ad una disposizione continua su tutte le pareti, diffonde il calore in modo uniforme per tutto l’ambiente.

 

Per il recupero dei reflui, da riutilizzare per irrigare le piante, è stato realizzato un impianto di fitodepurazione. La fitodepurazione rappresenta un metodo (creato artificialmente) semplice ed economico di trattamento secondario delle acque di scarico di tipo domestico, dopo un primo trattamento detto primario, che sarà affidato alla Fossa Imhoff.

 

La tecniche di fitodepurazione del presente progetto è un sistema a macrofite radicate emergenti, con direzione di scorrimento dell’acqua a flusso sommerso orizzontale (HF).

In questo sistema l’acqua scorre al di sotto della superficie del medium di riempimento, in cui si trovano le radici delle piante radicanti emergenti, in senso orizzontale grazie ad una leggera pendenza del fondo del letto, in questo modo non c’è mai un diretto contatto tra la colonna di acqua e l’atmosfera, non c’è contatto neanche con il terreno sottostante, perché si è realizzata una “vasca” in PVC. Con il flusso continuo si crea un ambiente saturo di acqua che funziona in anaerobiosi.

ESTRATTO DAL PROGETTO

La rimozione degli inquinanti nella fitodepurazione (dopo un pretrattamento in fossa Imhoff) avviene mediante processi biologici , chimici e fisici.

Le specie vegetali utilizzate in fitodepurazione sono in genere piante acquatiche dato che tali sistemi depurano l’acqua sfruttando il potere autodepurativo degli ambienti umidi.

Nel sistema in oggetto verrà piantata la Phragmites australis, adatta a vivere e crescere in ambienti saturi di  acqua e con la caratteristica di mediare il trasferimento dell’ossigeno dalle parti aeree alla rizosfera attraverso la perdita di ossigeno dalle radici stesse, e incrementa la degradazione delle sostanze organiche e la nitrificazione, inoltre grazie alla sua capacità di costruire intorno ai suoi fusti un microecosistema  molto efficiente in grado di eliminare gli elementi estranei, come microrganismi patogeni.

Possiamo sintetizzare le proprietà intrinseche delle macrofite che le rendono una componente essenziale in relazione al trattamento delle acque di scarico:

–         stabilizzano la superficie dei letti;

–         forniscono buone condizioni per la filtrazione fisica;

–         influenzano la conduttività idraulica del medium di riempimento;

–         creano un sistema isolante contro il gelo delle stagioni invernali;

–         forniscono un enorme area superficiale come substrato per la crescita batterica.

 


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